NON HO CHE TE – Luciano Ligabue

L’inferno è solamente una questione temporale
a un certo punto arriva, punto e basta
a un certo punto han chiuso l’ingresso principale
e han detto avete perso il posto
è vero il mio lavoro è sempre stato infame
ma l’ho chiamato sempre il mio lavoro
e ci han spostato sempre un po’ più avanti la pensione
ma quello adesso è l’ultimo pensiero

Non ho che te, non ho che te
ti chiedo scusa se ti offro così poco
non ho che te, non ho che te
volevo darti tutto ciò che avrei dovuto
volevo darti tutto ciò che avrei voluto

L’inferno è solamente una questione personale
all’improvviso il posto che frequenti
in banca son gentili ma non mi danno niente
la stessa gentilezza del serpente
i giorni sono lunghi, non vogliono finire
le luci sono quasi tutte spente
il sindacato chiede un’altra mobilitazione
per quelli che ci sono ancora dentro

Non ho che te, non ho che te
che cosa ho fatto per meritarmi tanto
non ho che te, non ho che te
ti chiedo scusa se non ti darò abbastanza
ti chiedo scusa se ti chiederò pazienza

L’altro giorno ho visto il titolare
aveva gli occhi gonfi, la giacca da stirare
mi ha visto, si è girato, stava male
aveva gli occhi vuoti, la barba da rifare

L’inferno è solamente una questione di calore
com’è che sento il gelo nelle ossa
che cosa te ne fai di un uomo che non ha un lavoro
di tutti quei vorrei però non posso
vedessi quanto buoi sotto questo sole
ma è molto meglio se non vedi niente
vedessi dove arrivano i pensieri di qualcuno
vedessi amore come fan spavento

Non ho che te, non ho che te
ti chiedo scusa se ti offro così poco
non ho che te, non ho che te
volevo darti tutto ciò che avrei dovuto

Non ho che te, non ho che te
che cosa ho fatto per meritarmi tanto
non ho che te, non ho che te
ti chiedo scusa se non ti darò abbastanza
ti chiedo scusa se ti chiederò pazienza.

La canzone odierna è incentrata su un tema attualissimo ovvero la disoccupazione. La canzone parla di un uomo o una donna che si sono trovati d’improvviso senza lavoro “a un certo punto han chiuso l’ingresso principale e han detto avete perso il posto è vero il mio lavoro è sempre stato infame ma l’ho chiamato sempre il mio lavoro”. Vengono citati tutti i più gravi problemi che stanno affliggendo l’Italia oggi “ci han spostato sempre un po’ più avanti la pensione”, “L’altro giorno ho visto il titolare aveva gli occhi gonfi, la giacca da stirare”, “in banca son gentili ma non mi danno niente la stessa gentilezza del serpente”. L’unica consolazione per il protagonista del testo è quella di avere affianco una persona fidata, su cui poggiare per attraversare questo momento difficile. Una persona che può essere un amico, una fidanzata/o, il/la consorte. Solo i sentimenti a volte possono darci la forza di tirare avanti e farci luce sul sentiero buio in cui spesso ci troviamo smarriti “Non ho che te, non ho che te che cosa ho fatto per meritarmi tanto non ho che te, non ho che te ti chiedo scusa se non ti darò abbastanza ti chiedo scusa se ti chiederò pazienza”