I RIBELLI DA BAR – Lo statista impiegabile

Marco Mansone era seduto al tavolino del bar e leggeva il suo giornale. Attendeva i compagni per la classica partita a scopa e il pubblico che era una presenza importante in quanto si scaldava e imprecava per le pessime giocate obbligando così i giocatori a una maggiore attenzione al gioco.
Pian piano tutti arrivarono. Il pubblico si era già schierato, aveva appena finito le coreografie pre-partita e ora esponevano gli striscioni.
Il turno da mazziere toccò proprio a Marco.
“Mescola bene” disse Umberto Rossi.
Mentre Marco mescolava con impegno Umberto aggiunse, buttando un occhio al giornale lasciato sul tavolo vicino dal mazziere, “Cosa continuate a leggere il giornale? Tanto qui non cambia niente. Abbiamo una schiera d’inetti al parlamento. Ci vorrebbe un Putin in Italia”.
“Dici così perché non è qui ma in Russia, per fortuna” disse uno del pubblico interrompendo la olà che i tifosi stavano facendo.
“Dico così perché migliorerebbe l’Italia. E’ un grande statista”.
“E’ un grande statista? Chiedilo ai giornalisti a lui oppositori che sono tragicamente scomparsi”.
“E chi ti dice sia stato lui? E’ quello che vogliono farvi credere”
“Certo. Immagino. Anche le Pussy Riot e le sue leggi omofobe sono una bugia dei cospiratori?”
“E allora? Cosa m’interessa? Io non sono finocchio…”
“Quindi accetteresti di vivere in uno stato dove alcuni tuoi connazionali sarebbero discriminati?”
“Certo, se questo vuol dire vivere in una nazione rispettata e che non si fa calpestare. Non sono problemi miei”
“Beh, si hai ragione! Con un premier psicopatico, ex KGB, omofobo e dittatoriale sicuramente l’Italia cambierebbe”
“Ho sempre ragione io!” disse Umberto prendendo le carte che Marco nel frattempo aveva distribuito e ignorando, come un elettore di  Calvini (esponente politico italiano di un partito del nord) medio, l’ironia dell’uomo del pubblico.
La partita ebbe inizio, il tifo si fece acceso. Al primo asso bruciato un petardo venne lanciato sul tavolo da gioco mentre alla prima scopa un fumogeno arrivò sul bancone del bar. La giornata per il bar e i suoi clienti proseguì come abitudine tra scoppi e bestemmie come se quella discussione non avesse mai avuto luogo.

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